Direzione Comunale PD Forlì – Conferenza delle donne democratiche

CRONACHE DALLA CALABRIA 2009 – Prima puntata

CI SONO PRIMARIE E PRIMARIE

 

Sono una convinta sostenitrice delle primarie, ma ci sono primarie e primarie.

 

Lo scorso 6 agosto la Regione Calabria ha approvato la legge regionale, promossa dal governatore Loiero e dal presidente del consiglio regionale Bova, che istituisce le primarie per la scelta dei candidati alla carica di presidente della Giunta Regionale, rifacendosi ad una analoga legge della Regione Toscana del 2004.

Il promotore Bova la ritiene un’importante strumento per riavvicinare la gente alla politica, un “di più di democrazia”.

Da settimane però sui giornali locali è scoppiata la polemica tra sostenitori e critici, anche tra esponenti del centrosinistra che attualmente governa la Calabria

 

In sintesi la legge regionale prevede:

  1. Le elezioni primarie sono organizzate dalla Regione in collegamento con le elezioni regionali
  2. E’ possibile fare primarie di coalizione proponendo candidature comuni, sia uniche sia plurime
  3. in ciascuna sezione è possibile votare per tutte le liste presentate: gli elettori ritireranno la scheda della lista per la quale vogliono votare. Le schede delle liste saranno deposte in urne distinte
  4. gli scrutatori saranno nominati dalla Regione
  5. E’ previsto il versamento di una cauzione al momento della presentazione delle liste
  6. sono previsti rimborsi forfettari per le spese elettorali in modo da non gravare sul bilancio della Regione
  7. la sanzione per i partiti che non rispettano l’esito delle primarie consiste nella mancata restituzione della cauzione e della esclusione dai rimborsi
  8. e’ previsto un collegio regionale di garanzia.

 

Le critiche sono numerose provenienti da più parti di ordine sia tecnico-legislativo sia politico e, a mio avviso, motivate e fondate.

 

Innanzitutto, il mancato rispetto della segretezza del voto avendo schede e urne distinte. Tant’è che, da quanto apprendo dai giornali, la Regione Toscana dopo pochi mesi dall’approvazione della prima stesura, rettificò proprio quell’aspetto prevedendo la consegna all’elettore di più schede (anche tutte) per preservare la segretezza del voto, rettifica che sembra sfuggita ai legislatori calabresi.

In secondo luogo, perchè la scelta delle candidature da parte di una lista, partito o coalizione deve essere fatta con soldi pubblici a spese di TUTTA la cittadinanza? A questi contributi potranno accedere anche liste che non sono attualmente rappresentate nel consiglio regionale? Quando si parla di rimborsi elettorali sono sempre molto scettica e dubbiosa sulla buona fede, soprattutto in una Regione dove la criminilità organizzata è molto potente e diffusa in tutti gli strati della società e della politica (gli scioglimenti di comuni per infiltrazioni mafiosi sono all’ordine del giorno).

In un territorio come la Calabria, pieno di problemi decisamente più urgenti, dalla lotta alla criminilità organizzata alla crisi economica ad una situazione ambientale disastrosa (dissesti idrogeologici e mare sporco in primis), mi sembra veramente un’offesa alla popolazione decidere di utilizzare una parte del bilancio pubblico per scopi che dovrebbero invece essere a carico dei singoli partiti.

Dal punto di vista politico, il sospetto di molti, anche all’interno della stessa coalizione di centro-sinistra al governo, è che, a pochi mesi dalle elezioni regionali del 2010, si tratti di una manovra per avere una “acclamazione” pubblica di una candidatura, quella di Loiero spesso accusato di “cesarismo”, che da più parti è osteggiata.

Su questo aspetto è difficile dare un giudizio, senza conoscere a fondo l’estremamente variegata geografia del centro-sinistra in Calabria, dove i personalismi, i regolamenti di conti interni, i legami familiari sono sicuramente più forti che in altre parti d’Italia.

E la vicinanza del congresso non semplifica le cose: tutta la giunta regionale è pro-Bersani, il capogruppo PD Nicola Adamo e l’attuale segretario regionale Minniti (ex D’Alemiano di ferro) è pro-Franceschini.

Senza contare il fatto che, per esempio, nel consiglio comunale di Cosenza, i gruppi che dovrebbero teoricamente fare riferimento al PD sono ben tre: PD, PDm (penso che “m” stia per “meridionale”) e Autonomia e Diritti. E di questa proliferazione sono accusati proprio Loiero e gli altri “correntisti” interni.

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